Le cose che non mi spiego...



Le cose che non mi spiego...
E ci sono quelle domande che mi pungono la mente, che sono lì da tempo senza una risposta. Sono quelle cose che ti riaffiorano nei cinque minuti di pausa lavoro o quando sei seduto sul trono ad espletare i tuoi bisogni. Non mi spiego la varietà dei modi in cui la gente vuole il caffè. Non mi spiego cosa sentono nello stomaco le farfalle innamorate. Non mi spiego la vicinanza dei corpi e la distanza dei cuori. E non mi spiego te che dici di amarmi ma non trovi mai l’occasione per dimostrarmelo, ma soprattutto non mi spiego io che ancora ho voglia di te.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

TI AMO...


Tu mi dai sicurezza e sei la persona più insicura di questo mondo. 

Eppure boh, mi abbracci tu ed è come se mi abbracciasse una coperta di lana, che riscalda e ti tiene chiusa al sicuro. 
So quanto fa male la mancanza di un sorriso quando addormentandoti sparisce dal tuo viso.
E fa paura, tanta paura. Paura di star bene, di scegliere e sbagliare. Ma ho scelto. Ho scelto te.
TI AMO





  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

I bambini, credono a qualunque cosa.

I bambini, credono a qualunque cosa. Ti metti un calzino sulla mano, gli disegni un paio di occhi, fai una vocina strana e sono convinti di parlare con un essere fantastico. Che dolci. Non so perché te lo scrivo, forse per noia, sono qua dove avevi detto che ci saremmo incontrati quando tutto si sarebbe risolto, ma io aspetto eh, sarai in ritardo come al solito, sei sempre in ritardo e non vorrei mai allontanarmi proprio nell’attimo in cui arrivi. Ah, dicevo, i bambini, credono a qualunque cosa, che dolci…




  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

La prima della classe.

La verità è che mi sono sempre piaciute le ragazze del primo banco, quelle col maglione largo, monocolore, con i jeans larghi e le scarpe da ginnastica bianche. Con la testa sempre china sul libro, e con una parvenza d’acne. Quelle che il sabato non le trovavi in discoteca, con la birra in mano, ballando disinvolte come se non avessero mai fatto altro nella vita. Ecco, mi piacevi proprio tu, ti piacevo io, ma l’ho scoperto quando ormai i giochi erano fatti. Quando ormai ci si poteva scherzare solo sopra, tu secchiona e io indisciplinato e senza regole. E’ stato comunque bello rivederti.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Io, te e gli specchi.

Ti ricordi com'è iniziato tutto? Forse no, o forse hai rimosso. Bé, eravamo due ragazzini, tu sulla retta via e io il ragazzotto coatto di borgata. Tu credevi che la vita fosse cemento, acqua e ghiaia mentre per me erano pennelli, colori acrilici e tela.
Tu sognavi di fare la ragioniere, di tenere i conti apposto e di amoreggiare con i consuntivi perfetti. Io, a differenza tua, sognavo di vivere una vita fatta di piacere, di sentimenti,
di coccole e di sesso. Sì, per me la vita è un mozzico, e perché il lavoro non parla, non coccola e non ti fa sentire vivo. Insomma, tu perfettina e il solito sognatore senza speranze.
Dicevi di amarmi e te lo dicevo anch'io. Quelle dichiarazioni fatte così, su due piedi, un pò per incoscienza e un po' perchè son cose che si pensano in buona fede senza valutare che due come noi, nemmeno il diavolo li avrebbe mai fatti stare insieme. Ricordo poi - e me lo ricordo bene - che il primo a stancarsi ero stato proprio io, quando non mi facevi volare, giocare con te, quando non sapevi ridere delle cose da ride e, nel sesso, non sapevi giocare, non sapevi emozionarti e la vivevi come una privazione del tempo dedicato alle faccende domestiche.
E decisi di metterci una pietra sopra. Avevi il viso pieno di lacrime e, io che sono più umano di te, decisi di andare oltre e di pensare che forse, col tempo, nonostante tutto, saremmo potutti essere felici.
Ma quel rispetto che ti ho donato, sotto le false spoglie di un'amore che non era amore, non l'hai mai ricambiato, ed anzi, sei stata dura come si dovrebbe essere duri col più lurido, nefasto e volgare degli uomini esistenti sulla faccia della terra. Sono passati mesi e poi gli anni, la vita non ha premiato né te né me, ma in tutto questo è lo specchio a renderci diversi, tu poco soddisfatta e io pieno dei miei credo e col sorriso sulla labbra. Lo stesso sorriso di chi per vivere bene ha bisogno di vedere lo specchio senza rimorsi. La gente come me, la mattina, si deve sentire giusto e pulito. Lo specchio ci separa e, mentre ti spazzoli i denti, ripenserai a quel ragazzo che per tanto tempo si è privato di sé stesso per darti il mondo senza avanzare pretese. L'unico regalo vero che mi hai fatto, è stata la tua assenza, il tuo grigio e l'odore dell'ammoniaca per casa.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Pensieri post-lavoro.


E’ un periodo denso di niente. L’incedere del tempo è lento, noioso e pesate. Arrivi a una soluzione e c’è subito un altro problema da risolvere con altre soluzioni. Avete presente quei treni che non arrivano mai? Quelli che aspetti prima in piedi fumandoti una sigaretta, poi ti metti seduto sulla panchina e poi ti rialzi passeggiando nervosamente lungo la banchina...
Ecco, io aspetto sulla banchina qualcosa di bello.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS

Cose che pensi ma non dici.

E poi ne vedi di tutti i colori e di tutte le forme. Spesso hai pensieri luridi che rimangono tra te e te. Dai giudizi silenziosi e hai voglie inespresse. Guardi culi, visi, cosce e tette. Ma si sa che la professionalità non va mai mandata a puttane. Non fosse altro per lo stipendio a fine mese. Ma ieri, assorto nel mio lavoro è entrata una dea. Talmente prorompete che biascicavo le parole come gli ultimi degli alcolizzati, ad un tratto la hall si è intrisa del suo profumo. Un sorriso riflettente e due occhi di un celeste marino che potevi vederci il mare. Un passo dopo l'altro si avvicina al bancone, in default parte un'erezione che solo Dio sa che dolore tra i miei jeans stretti. Parlava, diceva qualcosa, ma nella testa mi si è spento qualcosa. La vedevo e immaginavo di spogliarla, di toccarla, di coccolarla e parlagli delicatamente all'orecchio. Sentivo addirittura i suoi profumi intimi. La generosa scollatura rapiva i miei occhi e, quando stavo per dirle qualcosa di osé, nel momento proprio che ho deciso di provarci, appare un marcantonio alle sue spalle dicendole, "Amore, ci prendiamo un caffè?". Addio fottuta erezione. Addio pensieri lussuriosi. Addio a te, che con me ti saresti divertita tra il congiuntivo e il sesso.

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • RSS