Mio nonno.


Mio nonno era un uomo scheletrico, tempestato di muscoli e nervi, concentrato in un metro e sessanta d'uomo. E' cresciuto a pane e lavoro e considerava le ventiquattrore qualcosa di limitante. Avrebbe voluto lavorare senza soluzione di continuità. Godeva di ottima reputazione e considerazione da parte di tutti. Quando passava per le vie di Cagliari con me, notavo lo sguardo compiaciuto di chiunque lo salutasse. Era schivo con i figli, coi fratelli e addirittura coi nipoti, ad eccezione di me e mio fratello. La sua considerazione per noi, ingenerava spesso gelosie tra glia altri cugini: Non si capacitavano di come un uomo abituato a non regalare nulla a nessuno, di colpo si scopriva generoso come pochi, ma solo con noi. Una cosa bella che ricordo di lui, è stato un mio compleanno, me lo ricordo come fosse oggi: si avvicino a me e tiro fuori 1000 lire, e mi disse con una voce rude: << Spendili bene, che devi arrivare al prossimo compleanno>>. 1000 lire erano poche anche all'ora, ma il mio regalo era il suo sguardo felice e premuroso, di chi ti stava regalando molto. Questo mi manca di lui: Quel dare, per amore di dare, facendolo onestamente. Senza quelle finte generosità imposte per grado di parentela. Lui era così e per questo nonostante sia passato molto tempo dalla sua morte, rimane indelebile nel mio cuore e nella mia testa. E lo sarà per sempre.

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